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Riveli di beni e anime

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Alternative Title
Riveli
Type
Serie
Corporate Body
Tribunale del Real Patrimonio 
Parent
Tribunale del Real Patrimonio 
Shelfmark
Tribunale del Real Patrimonio, Riveli
Abstract
I riveli di beni e anime, la più antica serie del fondo del Tribunale del Real Patrimonio, costituiscono uno strumento essenziale per il controllo finanziario e amministrativo esercitato in Sicilia dalla metà del XVI secolo in avanti. Eredi delle competenze della Magna Curia Rationum (1569), i Maestri Razionali sovrintendevano alla gestione fiscale del Regno, verificando i conti degli uffici con circolazione di denaro e consigliando il sovrano in materia economica. In questo quadro si colloca la funzione primaria dei riveli: una periodica numerazione dei beni e della popolazione, funzionale alla ripartizione del donativo parlamentare, divenuto nel tempo un’imposizione stabile.
Redatti con cadenza irregolare a partire dal Cinquecento, i riveli combinano natura fiscale e valore demografico: oltre al numero dei “fuochi”, registrano la composizione dei nuclei familiari, i rapporti di parentela, la presenza di servi o schiavi, il patrimonio mobiliare e immobiliare, e le gravezze dichiarate. La procedura, rigidamente regolata da bandi e istruzioni emanati dal Tribunale, prevedeva la pubblicazione dell’obbligo di denuncia, la nomina di commissari e attuari incaricati del censimento, la verifica locale da parte di notai, il giuramento del rivelante e la registrazione finale sotto formula del praesentur. Numerose categorie risultavano esenti (città demaniali, ecclesiastici, famiglie numerose, vedove e indigenti fino al 1564).
La serie dei riveli conservata presso l’Archivio di Stato di Palermo consta di 2853 unità (1548–1800) e rappresenta una fonte di primaria importanza per la ricostruzione della storia sociale, economica e demografica dell’isola. Oltre alla valutazione dei carichi fiscali, i riveli consentono di penetrare nella struttura delle famiglie e delle economie locali, e in molti casi suppliscono all’assenza o lacunosità dei registri parrocchiali. Pur con inevitabili raggiri nelle dichiarazioni patrimoniali, essi delineano una mappa capillare della circolazione della ricchezza, delle strutture comunitarie e degli equilibri istituzionali della Sicilia d’età moderna
Description
La serie Riveli di beni e anime del Tribunale del Real Patrimonio raccoglie le dichiarazioni (memoriali) presentate dai capifamiglia dei centri siciliani in occasione delle operazioni censuarie ordinate dal Parlamento del Regno e gestite dal Tribunale stesso, poi dalla Deputazione del Regno. Le unità, complessivamente 2853 e datate tra il 1548 e il 1800, documentano con straordinaria ricchezza la realtà demografica, patrimoniale ed economica delle università (comuni) del Regno di Sicilia.

Ogni rivelo è composto da più sezioni tipiche e ricorrenti:
- Il bando emanato dal Tribunale del Real Patrimonio o dalla Deputazione, che ordina la numerazione dei beni e delle anime, prescrive le modalità di compilazione, fissa i termini per la presentazione delle denunce e indica le pene previste in caso di frode o omessa dichiarazione;
- la dichiarazione del capofamiglia, che comprende nome del dichiarante, composizione del nucleo familiare, con specificazione dei rapporti di parentela e indicazione di figli, conviventi, servi o schiavi (con età, sesso e talvolta valore di acquisto), numero dei componenti complessivi del “fuoco”;
- elenco dei beni mobili e immobili, con descrizione delle proprietà possedute individualmente o in comunione: case, terreni, vigne, giardini; animali da lavoro (buoi, cavalli), bestiame minuto; arredi, scorte, strumenti di lavoro, oggetti di pregio; eventuali attività, botteghe o introiti registrabili;
- gravezze stabili e instabili, ossia debiti e carichi fiscali o creditizi dichiarati dal rivelante, distinti in obbligazioni permanenti e temporanee;
- atti di accertamento e validazione, comprendenti: la formula del praesentur redatta dall’attuario; il giuramento del dichiarante sulla veridicità del contenuto (“vera e reale senza fraude”);
la firma del commissario incaricato del censimento.

La serie riflette inoltre le particolarità normative dell’epoca, registrando la posizione fiscale dei soggetti esenti (città demaniali, ecclesiastici, famiglie numerose, vedove e indigenti), le distinzioni tra beni feudali e allodiali e la doppia dichiarazione dovuta da chi possedeva beni comuni e propri.
I riveli offrono una rappresentazione capillare della società siciliana tra XVI e XVIII secolo: sono fonte primaria per lo studio della demografia storica, dell’assetto patrimoniale delle famiglie, della distribuzione della ricchezza, della fiscalità e dell’economia locale. Essi restituiscono, con eccezionale dettaglio, la struttura della popolazione e del patrimonio territoriale delle comunità siciliane, oltre a costituire un fondamentale strumento per la ricerca genealogica e la ricostruzione dei fuochi familiari.
Extent
voll. 2853
History
La serie dei Riveli di beni e anime nasce nell’ambito dell’attività amministrativa e fiscale del Tribunale del Real Patrimonio, che dalla fine del XVI secolo ereditò le funzioni della Magna Curia Rationum nella gestione delle entrate, nel controllo della spesa e nella supervisione dei donativi votati dal Parlamento siciliano. La produzione dei riveli è pertanto strettamente connessa al funzionamento delle istituzioni centrali del Regno, e riflette le trasformazioni della macchina fiscale siciliana tra età moderna e prima età borbonica.

In origine i riveli venivano conservati presso gli uffici del Tribunale del Real Patrimonio, all’interno delle serie correnti relative ai donativi e alle operazioni censuarie, insieme ai bandi, agli atti dei commissari e alla documentazione di verifica prodotta dagli attuari e dai notai locali. Nel corso del XVIII secolo, con la regolarizzazione dei cicli censuari affidati alla Deputazione del Regno, parte della documentazione fu accorpata presso quest’ultima magistratura, che completava il lavoro di controllo e procedeva alla validazione finale delle numerazioni.

A seguito della soppressione degli organi del Regno di Sicilia e dell’avvio dei processi di riordino post–unitari, il complesso documentario confluì nell’Archivio generale degli antichi uffici centrali del Regno, poi nella terza sezione dell’Archivio di Stato di Palermo, all’interno del fondo “Tribunale del Real Patrimonio”. I riveli, per la loro età e consistenza, furono tra i primi nuclei ad essere riconosciuti come serie autonoma e omogenea, mantenendo la ripartizione originaria per università e per ciclo censuario.

Nel XX secolo la serie fu oggetto di interventi di ricondizionamento e di una prima sistemazione inventariale che mirò a ricostruire, per quanto possibile, l’ordine originario delle numerazioni, spesso alterato da pratiche di consultazione, frammentazioni pregresse e spostamenti documentari. La consistenza attuale – 2853 unità archivistiche datate dal 1548 al 1800 – riflette il risultato di tali interventi di riordino, che hanno permesso di restituire organicità alla serie e di garantirne la conservazione e la consultabilità.
Language
Latino
Arrangement Notes
A più riprese, nel corso del tempo, la serie è stata oggetto di descrizioni e indicizzazioni, dando spesso luogo a strumenti di corredo poco omogenei, quando addirittura discordanti nei dati forniti. L’ultima revisione, effettuata nel novembre del 2020 sulle buste da 1 a 700, basandosi su un censimento degli anni ‘90 effettuato da Angelo Lo Verde e M. Adelaide Spatafora, ha permesso di rilevare numerose incongruenze nelle datazioni o nelle località riportate sull’inventario fino ad oggi in uso in sala di studio, permettendo di correggerle nel presente lavoro attraverso un paziente lavoro di collazione e campionatura.
URL
https://digitalibrary-saassipa.cultura.gov.it/handle/20.500.14014/7145
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